La cosa positiva di avere una certa età è che c’è sempre qualcuno che festeggia un compleanno ‘importante’. Noi e le nostre amiche amiamo festeggiare gli ‘anta’ con un velocissimo fine settimana solo donne.
In genere stiamo lontane da casa per poco più di trentasei ore, talmente poco che chi vive con noi, spesso, non si accorge neanche della nostra assenza. Qualcuno non si accorge neanche della nostra presenza ma questa è un’altra storia.
Ecco quindi che alle sei del mattino di un normale sabato due macchine impazzite giravano per la città facendo il carico di antadolescenti eccitate e pronte a partire. Pronte? Mica tanto: una in ritardo, una che ha dimenticato le chiavi, una che ha sbagliato a vestirsi e si è cambiata per strada con applauso di tutti i netturbini presenti.
Già in tangenziale il primo intoppo: il secondo equipaggio, intento a cinguettare, rallentava sempre di più. Peccato che anche l’orario di partenza del treno si avvicinasse sempre più velocemente.
Finalmente sul treno! Come al solito ci siamo scusate in anticipo per il chiasso che avremmo fatto ma, sorpresa, c’era chi si era già scusato in precedenza: un altro bel gruppo di giovincelle in gita. Narra la cronaca che gli altri occupanti del vagone all’arrivo siano stati ricoverati alla neuro deliri.
Due chiacchiere, quattro risate, una (ne sarebbe concessa solo una al giorno ma qualcuno sgarra) telefonata a casa ed eccoci: Napoli, stazione di Napoli!
Da brave ‘nordiche’ siamo arrivate piene di stereotipi, un po’ come Totò che arrivò a Milano col colbacco, ma sono stati tutti disattesi, a parte quello della famosa ospitalità napoletana.
In una città che è uno dei gioielli d’Italia anche le fermate della metropolitana sono un capolavoro. Stazione, piazza Roma, via Toledo: una più bella e più curata dell’altra
Appena preso possesso del nostro bell’appartamento in centro, siamo partite alla scoperta della città: piazza Plebiscito, che ci ricorda le emozioni dei concerti di Pino Daniele visti in tv, il Maschio Angioino che domina il mare e, infine, il primo capolavoro: la pizza! Condita da una splendida serenata dal vivo
Poi, per smaltire cibo e vino, una bella scarpinata fino alla cappella Sansevero per ammirare la scultura in marmo del Cristo Velato che è risultata all’altezza della propria fama. Non ci sono parole per descrivere la meraviglia, per questo le rubiamo ad una persona più brava di noi: Matilde Serao scriveva “[…] sul Cristo morto, su quel corpo bello ma straziato, una religiosa e delicata pietà, ha gettato un lenzuolo dalle pieghe morbide e trasparenti, che vela senza nascondere, che non cela la piaga ma la mostra, che non copre lo spasimo ma lo addolcisce.”
Un po’ di riposo e di nuovo fuori per una cena tipica e quattro passi di nuovo in piazza Plebiscito, incantevole con le sue luci colorate.
Poche ore di riposo e di nuovo fuori per visitare il monastero di santa Chiara con le sue deliziose maioliche, via Toledo, Spacca Napoli, san Gregorio Armeno e i tipici presepi, fino a sant’Elmo dove, davanti ad un bell’aperitivo, abbiamo potuto ammirare tutto il Golfo dal Vesuvio a Posillipo.
Quello che ci ha maggiormente affascinato di questa città è come convivano in modo così armonico realtà e stili differenti: siamo passate da un aperitivo in un suggestivo giardinetto borbonico ad una festa in un centro sociale; dall’eleganza della galleria Principe di Napoli ai vicoletti con i panni stesi dai balconi e i cartonati di Maradona; dalla solennità di santa Chiara agli eccessi della via dell’amore.
Ci siamo innamorate della pizza, del cuoppo con i suoi fritti, della crema delle zeppole e della fragranze delle sfogliatelle. Abbiamo riso, camminato, mangiato, bevuto, sorriso, respirato aria di leggerezza ad ogni angolo.
E ancora una volta ci siamo ricaricate a vicenda, condividendo bei momenti, confidenze, scherzi, sfoghi. In attesa della prossima ‘gita’.